


Silvia Moser, Silandro (BZ)
Io mi chiamo Silvia, ho 49 anni, abito a Silandro in provincia di Bolzano e sono responsabile di una struttura di consulenza psicologica. Convivo – da quasi un anno con il mio artrodesio vertebrale in titanio: e sto davvero, davvero bene. È una vita nuova, quasi senza dolori, sono ri-nata. E sono così felice e grata per questo che ho deciso di condiverlo con voi.
Quando nel 2011 è comparso il primo mal di schiena dai fisiatri mi fu diagnosticata una scoliosi moderata di ca. 40 gradi.
Ero una sportiva molto attiva e volevo rimanere tale! ero fermamente convinta che si potessero eliminare i leggeri dolori attraverso l’attività fisica di ogni genere: corsa in montagna, scialpinismo, alpinismo, mountain bike, sci di fondo, yoga e Pilates e cercare di prevenire la progressione della mia scoliosi. Il tutto, integrato da una regolare fisioterapia e da un trattamento osteopatico che ho seguito scrupolosamente. Ma la scoliosi progrediva ugualmente e il dolore alla schiena anche.
Ci è voluto molto tempo per abituarmi all’idea di un intervento. Cercavo in tutti i modi di controllare i dolori ma erano continui nell’arco della giornata. Senza rendermene conto sono diventata sempre più chiusa, nervosa, senza interessi. Ho continuato il mio sport con tutta la caparbietà ma al lavoro iniziava a mancarmi la forza, l’energia, l‘ottimismo. E’ solo grazie alla mia dottoressa Herta Burger e della mia fisioterapista Sara Sabbadini che ho conosciuto l’equipe medica di Chirurgia Vertebrale III° del Galeazzi di Milano (prof. Marco Brayda-Bruno, il dott. Alessio Lovi e tutti i loro colleghi).
L’empatia e la professionalità che ho trovato nei medici mi hanno convinta a sottopormi con estrema fiducia ad un intervento chirurgico per irrigidire quasi la metà della mia colonna vertebrale. Mi sono state chiarite tutte le difficoltà: naturalmente l’irrigidimento avrebbe comportato una limitazione della mobilità, ovviamente non si poteva garantire l’assoluta assenza di dolori, ovviamente potevano sempre arrivare altre complicazioni…. ma sentivo che i tempi erano maturi e che c’era un medico di cui potevo e volevo fidarmi in modo assoluto, sia dal punto di vista professionale che umano……
Ero convinta che medico e paziente collaborano insieme ad un processo di guarigione favorevole. Nel gennaio 2018 sono stata operata due volte in 9 giorni: non è stato facile. Silvia, la “sportiva convinta“, giaceva piuttosto immobile e molto debole nel letto d’ospedale e si chiedeva come sarebbe tornata a camminare, per non parlare di poter salire in cima ad una montagna.
Ma il rapporto umano che ho sperimentato in quei giorni „critici“ è stato forte e importante, tanto quanto il valore degli interventi subiti.
Dopo tre settimane in ospedale a Milano e altre cinque settimane di REHA a Lecco e Merano, sono stata in grado di esplorare la mia nuova vita – nel vero senso della parola! – “passo dopo passo” e con la sensazione indescrivibilmente bella di essere „trattenuta e portata“ dall’interno e di non dover più faticare per tenermi in piedi!
Non esagero: era ed è il sentimento di esser ri-nata! Sì… in qualche modo prima avevo fatto i conti con il mio dolore, pensavo di essere in grado di sopportarlo e ora mi stupisco quando ripenso a cosa sarei andata incontro, a cosa avrei dovuto „sopportare“: ora la mia vita è cambiata radicalmente!
Ogni giorno sono felicissima della mia decisione e sono proprio grata per il „cammino“ intrapreso; c’è ancora un po’ di dolore, ho dovuto ideare una strategia per allacciarmi le scarpe e alzarmi dal letto :-), ma questo è così insignificante rispetto a quello che ho vinto!
E quando ora faccio di nuovo i miei giri di sci di fondo, quando ora di nuovo pian piano riesco ad arrivare in punta a qualche montagna o mi vengono in mente nuovi progetti per la mia vita, la mia profonda gratitudine va a tutte le persone che mi hanno donato questa nuova vita!
Sono convinta che la condivisione e la conoscenza della malattia possa aiutare altri e approvo pienamente il progetto che la Fondazione sta portando avanti.: ho deciso di diventare „volontaria“ nel mio territorio e farò di tutto affinchè si possano attivare anche nella nostra area metropolitana, e perchè no, anche nell’intera regione, le „osservazioni posturali scolastiche“ che permetterebbero di intercettare precocemente eventuali problemi della colonna vertebrale.
Silvia, Silandro (BZ), marzo 2019